Prima e riconosciuta certezza: parlare di vivaismo oggi equivale a portare nella discussione temi che riguardano tutti e che hanno a che fare sì con l’economia, ma anche con il welfare e le politiche sociali. Insomma, con il benessere. E se ancora ciò non è chiaro, serve allora un cambio di passo perché la comunicazione verso l’esterno di questo mondo così articolato e importante possa trovare la giusta narrazione. Mattinata di condivisione tra Associazione Vivaisti Italiani (AVI), Distretto Rurale Vivaistico Ornamentale di Pistoia e Regione Toscana, rappresentata dalla vicepresidente e assessora all’Agricoltura Stefania Saccardi che volentieri ha accolto l’invito di Avi per aprire un nuovo momento d’ascolto rivolto al settore. Un appuntamento servito a rilanciare con forza l’importanza del settore vivaistico come eccellenza del made in Italy, riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo.
Qualità, innovazione, sostenibilità e volumi di produzione sono elementi che bastano a riconoscere al vivaismo il suo essere prodotto identitario dell’Italia, al pari del vino e dell’olio. E il distretto pistoiese in particolare rappresenta un modello virtuoso a livello internazionale, coi numeri a confermarlo inequivocabilmente: fatturato e occupazione sono in crescita, segno di un settore dinamico e con grandi prospettive.
Accanto alle opportunità, restano però sfide decisive: l’aumento dei costi di produzione, la concorrenza sleale e un contesto economico complesso impongono un sostegno concreto e sinergico da parte delle istituzioni. Perché il vivaismo possa esprimere appieno le proprie potenzialità, deve essere riconosciuto e sostenuto come motore economico e sociale, capace di generare valore, occupazione e identità culturale. Centrale sarà il racconto dei valori che il comparto esprime, per rafforzarne l’immagine e la consapevolezza a livello nazionale e internazionale.
«Il vivaismo non è solo una produzione agricola, ma un patrimonio che parla di identità, paesaggio, cultura e sostenibilità – sottolinea il presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani, Vannino Vannucci –. Con l’assemblea di luglio abbiamo tracciato una strada chiara: rafforzare il ruolo strategico del settore, sia economico che sociale. Negli ultimi decenni il vivaismo ha vissuto una profonda trasformazione, spinta da urbanizzazione, innovazione e sostenibilità. Non è più soltanto estetica, ma vivaismo funzionale: le piante sono oggi risorsa ecologica e sociale, capaci di contrastare il cambiamento climatico, migliorare l’aria e la qualità della vita. È un cambio di paradigma che ci chiama ad agire in sinergia con enti e istituzioni su innovazione, formazione, cultura e comunicazione, per consolidare la leadership internazionale del nostro comparto e far conoscere in Italia e nel mondo l’eccellenza del nostro lavoro».
«Conosciamo bene l’importanza del settore e avere davanti i numeri nero su bianco è fondamentale per rendere evidente a tutti il valore e le potenzialità strategiche del settore per lo sviluppo della Toscana – ha commentato la vicepresidente e assessora all’Agricoltura Stefania Saccardi –. Sosteniamo con convinzione questo comparto e vogliamo continuare a farlo, investendo in innovazione, sperimentazione, internazionalizzazione, promozione e comunicazione, affiancando un lavoro virtuoso che le aziende hanno già portato avanti con passi straordinari su questo fronte. È giusto seguire la strada tracciata da AVI e dal Distretto, che consentirà di raccontare e comunicare sempre meglio all’esterno, con il coinvolgimento e il supporto della Regione, il valore di questo settore proponendo l’avvio di un percorso che porti alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra la Presidenza della Regione Toscana, il Distretto e AVI. Un accordo che potrà aprire la strada a una collaborazione stabile e strutturata».
«La produzione del Distretto Pistoiese rappresenta indubbiamente un comparto strategico – aggiunge il professor Francesco Ferrini, presidente del Distretto – non solo per l’economia, ma per la qualità della vita nelle città per i noti benefici prodotti dal verde. Perché questi benefici diventino patrimonio collettivo, è tuttavia fondamentale che enti e istituzioni sviluppino una cultura del prodotto vivaistico, favorendo innovazione, ricerca e sostenibilità, accompagnate da una nuova consapevolezza nell’utilizzo delle piante, affinché il vivaismo si confermi motore ecologico, sociale ed economico per l’Italia e per i paesi in cui la produzione pistoiese viene esportata».