Ventotto milioni di vasi 100% riciclati e riciclabili stampati in soli sette mesi. Un numero enorme che esprime tutto il potenziale della forza che può un patto tra la collettività e il mondo del vivaismo. Ha messo gambe il progetto «Revive Pot» nato da un accordo tra Avi e Revet, azienda leader nella gestione integrata del ciclo rifiuti operativa al servizio di circa duecento amministrazioni comunali e di più dell’80% della popolazione toscana, al punto da poterne leggere già oggi i risultati. Che, già adesso entusiasmanti, possono solo continuare a crescere. La fotografia la offre Alessia Scappini, amministratore delegato Revet spa, che a quel numero ne aggiunge altri. «Nel periodo di attivazione, dal 1° ottobre 2024 al 30 maggio 2025, abbiamo ritirato 112.690 chilogrammi di scarti plastici presso i vivai aderenti al progetto – spiega -. Il rifiuto è costituito in gran parte da vasi di diversi materiali, colore e dimensione e in percentuale minore da materiale plastico utilizzato in irrigazione. Nonostante la contaminazione da materiale organico quali terra e terriccio, le attività di bonifica e lavaggio svolte in Revet hanno permesso di intercettare l’80% del materiale, costituito da poliolefine, avviabile a riciclo insieme alle plastiche selezionate dalle raccolte differenziate e poi trasformabile in granuli per realizzare nuovi vasi».

Il progetto, come ha ribadito la stessa Scappini, consegna quale prodotto finale un vaso a bassissima impronta carbonica, generando un processo che unisce sostenibilità, unicità e territorialità. Un prodotto unico poiché nato, ulteriore valore aggiunto, da un «patto» siglato tra collettività e mondo del vivaismo. Agli scarti del settore si aggiungono infatti gli imballaggi provenienti dalle raccolte differenziate domestiche toscane: la frazione poliolefinica viene quindi processata nell’impianto di riciclo ottenendo al termine del processo il granulo Revet. «Tra i vantaggi per l’industria florovivaistica – sottolinea Scappini – una gestione certa, economica e sostenibile dei propri scarti, l’utilizzo di blend sostenibile che garantisce una filiera di riciclo chiusa e circolare e che certifica la bassa impronta carbonica del prodotto e una filiera che si sostiene senza contributo ambientale Conai dei vasi raccolti».
Qui un approfondimento su Revive Pot, qui il racconto del contributo artistico di Camilla Falsini al progetto.
