Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Navigando in questo sito, si acconsente implicitamente all'utilizzo dei cookies. Per saperne di piu'

Approvo

È stimato che entro il 2020 l'80% della popolazione europea vivrà in aree urbanizzate e la consapevolezza che la qualità della vita dipende direttamente dalla qualità dell’ambiente urbano ci porta prioritariamente a sostenere e valorizzare le superfici verdi arborate, per il sostentamento della salute umana e la tutela dell’ambiente.

Storicamente i principali benefici delle foreste urbane (intese come l’insieme di alberi all’interno di un’area urbanizzata) hanno riguardato, nei Paesi industrializzati, gli aspetti estetici, sociali e ricreazionali, ma recentemente è aumentata l’attenzione verso i benefici ambientali. I benefici ecologici non sono da riferirsi esclusivamente alle grandi aree boscate, ma anche a piccoli gruppi di piante, alle alberature stradali e alle piante isolate, che possono egualmente incidere sul miglioramento delle condizioni ambientali delle città e molto spesso, anche, con positive ricadute economiche.

In funzione di queste considerazioni e con l’idea che è necessario agire in modo che le opere realizzate rispondano a requisiti di qualità e come tali siano durevoli nel tempo, è nato il progetto QUALIVIVA, dal titolo “La qualità nella filiera florovivaistica nazionale attraverso l’utilizzo e la divulgazione delle schede varietali e di un capitolato unico di appalto per le opere a verde”.

L’impegno è stato particolarmente oneroso e non poteva essere altrimenti data l’importanza dell’argomento. Questo progetto di ricerca è nato grazie al finanziamento del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e ha visto l’Associazione Vivaisti Pistoiesi impegnata come capofila insieme con importanti partner, del mondo pubblico e privato, come AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio), CNR-IPP (Consiglio Nazionale Ricerche – Istituto per la Protezione delle Piante), CRA-VIV (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura - Unità di Ricerca per il Vivaismo e la Gestione del Verde Ambientale ed Ornamentale), DISPAA-Università di Firenze (Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente), Fondazione Minoprio, Scuola Agraria del Parco di Monza, oltre a Piante e Fiori d’Italia e Consorzio Florovivaisti Lombardi.

In particolare i vari partner, operando in gruppi di lavoro, costituiti in funzione della vicinanza e complementarietà delle proprie competenze, hanno realizzato una serie di “Schede tecniche di piante per il verde urbano”, un “Capitolato di appalto armonizzato”, un “Disciplinare per la progettazione, realizzazione e cura del verde pubblico”, un “Metodo per la valutazione degli skill professionali e degli addetti alla realizzazione e manutenzione del verde”. Singolarmente, invece, ha portato avanti il proprio lavoro il CRA-VIV sulla “Didattica per la prevenzione delle malattie”, così come l’Associazione Vivaisti Pistoiesi riguardo alla “Certificazione delle aziende”.

Con il progetto QUALIVIVA si intende promuovere la realizzazione di aree verdi di qualità attraverso la redazione di strumenti a supporto delle attività di aziende e operatori di pubbliche amministrazioni.

Il primo strumento pensato all’interno del progetto è quello relativo alle “Schede varietali”, ovvero schede botaniche per oltre 100 specie arboree di interesse ornamentale, che possano dare indicazioni adeguate al progettista per la scelta delle piante, non solo in funzione delle caratteristiche botaniche e delle esigenze ecologiche, ma anche in base alla capacità delle stesse di interagire con l’ambiente urbano (produzione polline allergenico, rimozione inquinanti, ma anche emissione di composti volatili, VOC, che possono favorire reazioni chimiche indesiderate). Le città sono luoghi altamente artificiali e antropizzati e al loro interno la qualità dell’aria risulta estremamente alterata. La vegetazione può significativamente influenzare la qualità dell'ambiente e della vita in città: oltre alle note funzioni estetiche e ricreative, è ormai scientificamente dimostrato che il verde urbano contribuisce a mitigare l’inquinamento delle varie matrici ambientali (aria, acqua, suolo), migliora il microclima delle città e contribuisce alla conservazione della biodiversità. Gli alberi in città si trovano di fronte a una serie di avversità ed un’approfondita conoscenza di come essi interagiscono con le avversità stesse può quindi fornire informazioni utili per la pianificazione e la gestione del verde urbano e consentire di sfruttare al meglio i potenziali benefici per la salute e l’igiene delle comunità urbane.

Il “Capitolato di appalto armonizzato” si configura come documento per la realizzazione di opere a verde di qualità, definendo regole e modalità di esecuzione dei lavori. Tale documento è finalizzato a divenire agile strumento di lavoro che, fatti salvi gli obblighi e le indicazioni normative, renda disponibili gli elementi necessari per la redazione dei documenti di progetto e di appalto, la realizzazione dello specifico intervento e il monitoraggio efficace dei lavori stessi.

Questo documento è stato redatto sulla base delle esperienze maturate nell’utilizzo del “Capitolato speciale tipo, per appalti di opere a verde del paesaggio” predisposto, da FLORMART – Fiera di Padova, nel lontano 1990, a cui molti progettisti e amministrazioni appaltanti hanno attinto per anni, nel quadro di interventi in spazi aperti e di opere con valenza paesaggistica .

Il presente Capitolato prende in considerazione solo le “Norme Tecniche” partendo da quelle ormai consolidate, implementandole con le nuove e integrandole con gli interventi di manutenzione in garanzia. In funzione di queste necessità, sono emerse una serie di problematiche da verificare e risolvere coinvolgendo altri Ministeri (Infrastrutture, Ambiente), per far sì che l’opera a verde, che si intende realizzare, possa essere garantita nella qualità e nel tempo in modo economicamente sostenibile.

Il “Disciplinare per la progettazione, realizzazione e cura del verde pubblico” o più semplicemente ”Disciplinare di incarico”, rappresenta lo strumento per regolare in modo corretto i rapporti tra la committenza e tutti gli attori coinvolti nel processo di progettazione, realizzazione e manutenzione dell’opera a verde, definendone obblighi e diritti per ciascuna delle parti.

Esso è costituito da “Linee guida” e da uno “Schema tipo di disciplinare” ed è strutturato per adattarsi sia alle commesse pubbliche, per il quale è stato espressamente redatto, sia alle commesse private, per le quali se ne raccomanda l’applicazione.

Le “Linee guida”, declinate nell’ottica della qualità e della sostenibilità ambientale, economica e sociale, individuano e descrivono un iter virtuoso di buone pratiche, raccomandazioni e auspici a supporto del professionista, nella definizione delle fasi dell’intera prestazione professionale.

Lo “Schema tipo di disciplinare”, che non deve essere considerato un modello pre-definito da compilare, rappresenta, invece, una traccia da seguire e integrare con indicazioni precise e circostanziate, relative all’incarico specifico ed è stato pensato per il raggiungimento della migliore realizzazione qualitativa dell’area a verde, attraverso, non solo, la sua corretta progettazione e messa in opera, ma anche la sua manutenzione.

Strettamente affiancato al disciplinare è lo strumento per la “Valorizzazione degli skill professionali degli addetti”, con cui si intende fornire al committente un supporto (scheda) per la valutazione delle competenze e delle professionalità; è necessario, infatti, valorizzare le abilità specifiche, in funzione delle necessità di ogni singolo appalto, al fine di assicurare la corrispondenza tra gli skill degli addetti e la proposta di disciplinare.

Per i professionisti e per le aziende impegnate nella realizzazione e manutenzione delle opere a verde, il sistema deve rappresentare uno strumento di evidenziazione e valorizzazione delle professionalità acquisite, sia a livello individuale, sia aziendale, nonché uno stimolo per ulteriori aggiornamenti e miglioramenti delle conoscenze nella materia specifica.

Il valore di pregio di un’opera a verde non può sicuramente prescindere dalla qualità iniziale delle piante fornite dalle aziende vivaistiche. Una garanzia, a tale sostegno, potrebbe essere rappresentata da una o più tipi di “Certificazione delle aziende” che le stesse imprese vivaistiche dovrebbero esibire al momento dell’offerta. In quest’ottica, all’interno del progetto, è stata inserita la certificazione VIVAI-FIORI, progetto pilota finanziato da ISMEA, a cui alcune aziende, facenti capo all’Associazione Vivaisti Pistoiesi, hanno accettato di aderire verificando, per due anni di seguito, la propria conformità ad una specifica check-list, tramite un ente certificatore esterno.

In riferimento, infine, all’azione sulla “Didattica per la prevenzione delle malattie” è stato messo a punto un metodo diagnostico, innovativo e versatile, basato sulla tecnica dei DNA arrays (Macroarray), che può essere impiegato per analisi sia di materiale vegetale che di terreno, per la diagnosi contemporanea di più patogeni legati a marciumi del colletto, delle radici e a tracheomicosi.

In particolare, per la messa a punto del metodo, sono state individuate delle piante con sintomi evidenti di marciume del colletto, dal cui tessuto sottocorticale si è proceduto all’estrazione del DNA, mediante appositi kit commerciali. Il DNA estratto è stato quantificato e ne è stata valutata la qualità ed idoneità per le successive fasi di analisi.

Analoghe metodiche, ma utilizzando kit commerciali specifici per estrazione di DNA da suolo, sono state realizzate sul terreno prelevato attorno alle piante oggetto di saggio.

Come si può notare, gli argomenti sviluppati in QUALIVIVA sono stati diversi, alcuni di carattere normativo, altri legati agli appalti e altri ancora finalizzati alla guida nella scelta delle specie più adatte ad un determinato luogo, in funzione delle relazioni tra piante, patogeni, ambiente macroclimatico e inquinanti urbani.

Il Progetto è giunto al termine, il convegno finale si è infatti svolto lo scorso 24 novembre 2015 presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
L’intento è di diffondere questi risultati nel modo più ampio possibile.
I risultati e i documenti del progetto Qualiviva si possono trovare sul sito dell'Associazione https://www.vivaistiitaliani.it/qualiviva e sul sito del Ministero https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/9676.

Dott. Agronomo

Emilio Resta