Vannucci nuovo presidente di AVI: «Associazione sia casa del vivaismo»

È Vannino Vannucci il nuovo presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI). La nomina è arrivata all’unanimità nell’ambito della prima riunione del neocostituito consiglio direttivo dell’Associazione. Vannucci, già presidente nel 2015 per due mandati all’alba del nuovo corso dell’Associazione (da Vivaisti Pistoiesi a Vivaisti Italiani), guiderà l’associazione per il biennio 2025-2027. Investiti del ruolo di vicepresidente sono invece Marco Romiti (Romiti Vivai di Pietro e Figli), tra gli artefici e fondatori dell’allora Associazione Vivaisti Pistoiesi nel 2004, e Massimo Bartolini (Vivai Piante Bartolini Massimo), già nel direttivo negli ultimi sei anni. Esperienze che si uniscono per lavorare a un racconto totale, che parli del valore culturale, sociale ed economico del verde.

«Vogliamo che l’associazione sia sempre più la casa del vivaismo, un luogo ideale di confronto per tutti coloro che lavorano nell’ambito vivaistico e del suo prezioso indotto, senza il quale non saremmo quella forza che rende unico e autentico il nostro settore – dice Vannucci -. Programmazione e promozione del settore continueranno ad essere le nostre priorità, consapevoli del fatto che abbiamo sempre più bisogno di giovani e di adeguate professionalità. Continueremo a fronteggiare i luoghi comuni che ancora esistono e ci adopreremo per migliorare ancora di più i nostri comportamenti e le nostre azioni sulle comunità dove operiamo. Rispetto e dialogo saranno la chiave del nostro porci verso l’esterno, si tratti di enti, associazioni, colleghi e cittadini, promuovendo la partecipazione attiva e rafforzando il senso di appartenenza».

«Con il consiglio dell’associazione ci siamo posti tre obiettivi. Il primo, dare ancora maggiore dignità alla produzione così come il primato del nostro distretto merita. Secondo, incentivare la formazione continua degli operatori e degli imprenditori della nostra categoria. In ultimo ancora formazione stavolta però quella rivolta ai più giovani: dovremo riprendere un vero dialogo con le Scuole Agrarie, in primis di Pistoia e Pescia ma non solo e incentivare nuovi percorsi di inserimento nel settore. I progetti che porteremo avanti sono molti, tutti ambiziosi. Mi riferisco ai rapporti europei con ENA, alle politiche nazionali sul settore, al nuovo laboratorio Fitolab per le produzioni nell’area di Gea e al nuovo percorso di economia circolare avviato con Revet».

«Sono passati dieci anni dal mio primo mandato da presidente dell’AVI – chiude la riflessione Vannucci -. Un tempo durante il quale problemi e necessità sono profondamente cambiati. E cambieranno ancora: il mondo va in fretta e non aspetta nessuno. Ecco perché occorre farsi trovare preparati alle scadenze importanti che ci attendono. Ringrazio il presidente Michelucci, tutto il Consiglio, la segreteria, gli sponsor e gli associati per il grande lavoro svolto e confido nell’aiuto di tutti per raggiungere questi programmi, perché solo insieme potremo attuarli». 

Fondamentale sarà poi la costruzione consapevole e trasparente di una cultura del prodotto, perché le piante possano diventare sempre più elemento identitario. «Dall’assemblea – evidenzia Marco Romiti – è emersa una consapevolezza condivisa: le piante e il vivaismo possono e devono affermarsi come prodotto identitario del Made in Italy. Per dare concretezza a questa visione, è essenziale partire dai territori, cuore economico e produttivo del nostro Paese. La Toscana, e in particolare il distretto vivaistico di Pistoia, costituiscono il punto di partenza ideale per rilanciare e valorizzare, anche a livello internazionale, il ruolo strategico del verde italiano».

Altra partita centrale sarà quella che guarda all’ambiente e i concetti di benessere e salute legati al verde. «Non può esserci sviluppo senza sostenibilità e innovazione – aggiunge Massimo Bartolini -. Il nostro Distretto Produttivo cresce grazie a filiere virtuose, aziende certificate, vasi riciclati e pratiche sostenibili come la gestione efficiente dell’acqua e la pacciamatura a chilometro zero. Al centro di tutto c’è Fitolab, un progetto d’eccellenza che unisce ricerca e visione green per un’agricoltura responsabile e orientata al futuro. E infine un fatto: occorre intendere il vivaismo non più e non solo come ornamentale, ma funzionale, protagonista nel processo che contrasta il cambiamento climatico. Lo faremo, con linguaggi nuovi, per tutti».

Il consiglio direttivo di Avi, ricordiamo, si completa con Simone Baldacci (Società agricola Baldacci), Andrea Baronti (Piante Baronti), Simone Ferroni (Vivai Piante Simone Ferroni), Giorgio Innocenti (Innocenti e Mangoni), Mattia Lapini (Vivai Paccosi Mario) e Richard Pratesi (Richard Pratesi). Intorno alla fine del mese di luglio una nuova riunione del consiglio direttivo, utile a formalizzare le linee guida che orienteranno il lavoro dei prossimi due anni.

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