Invertire la rotta in tema di sostenibilità si può. E Avi in questo senso si dimostra una volta di più non solo consapevole, ma anche pronta al cambiamento. Si inserisce in questo contesto la presenza dell’Associazione Vivaisti Italiani nel più ampio progetto europeo «Peatless», finanziato dalla stessa Ue che riunisce dodici soggetti selezionati tra Spagna, Belgio, Svizzera e Italia. Uno tra i tre partner italiani (con Cic-Consorzio Italiano Compostatori e Crea-Consiglio per la ricerca in agricoltura), Avi avrà competenze specifiche in ambito di ricerca e sperimentazione, avendo cura di creare un network di aziende da coinvolgere nel progetto. ‘Anno zero’ è proprio questo 2025, con una finestra di operatività che durerà fino al 2028.

Ma in cosa consiste esattamente «Peatless»? Punto di partenza, un dato: l’utilizzo della torba, elemento ricorrente in orticoltura, è non più sostenibile poiché corresponsabile delle emissioni globali di gas serra, del declino della biodiversità, del degrado del suolo e della riduzione della qualità dell’acqua. Da qui il progetto europeo, il cui obiettivo è quello di adottare substrati alternativi alla torba stessa disponibili localmente in una prospettiva ancora più ampia di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Nel ventaglio di opzioni alternative alla torba si ritrovano sostanze come compost, muschio di sfagno, fibre di legno, corteccia compostata, le cui potenzialità sono già dimostrate.

«Peatless» vuole guidare una transizione possibile, aprendo la strada a un settore orticolo più sostenibile e meno dipendente dalla torba nel medio termine. Tra gli obiettivi specifici, con «Peatless» si lavorerà per lo sviluppo di almeno diciotto miscele alternative di substrati che siano prestanti e che attingano a materie prime disponibili localmente. Avi e Pistoia sperimenteranno per primi l’efficacia di queste nuove miscele. Insieme a questo si lavorerà anche in termini di fiducia dei coltivatori, perché l’innovazione possa essere adeguatamente accolta e recepita.

I benefici di «Peatless» sono già stati tracciati nei numeri con la previsione entro il 2050 di risparmiare 2,5 milioni di metri cubi di torba ed evitare 900mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica, supportando cinquemila aziende orticole disseminate in quaranta regioni.
Il consorzio Peatless è formato da una serie di istituzioni internazionali e multidisciplinari, tra cui il mondo accademico, le organizzazioni di ricerca, esperti accademici di scienze sociali e umane, rappresentanti di agricoltori e industrie, enti di divulgazione e comunicazione e autorità regionali. Peatless è un progetto RIA (Research and Innovation Action) finanziato nell’ambito del bando HORIZON-CL6-2024-CLIMATE-02-3 – “Superare le barriere e fornire soluzioni innovative per favorire la transizione verde”.
